Pensione in anticipo, adesso dipende tutto dal datore di lavoro: ecco cosa gli si può chiedere

Da adesso il datore di lavoro decide se la pensione arriva in anticipo. Ecco cosa puoi chiedergli per andare in pensione prima.

Con la Legge di Bilancio 2024 ritorna anche la pace Contributiva. Questa misura è stata introdotta per la prima volta tra  il 2019 e il 2021, insieme ad altre opportunità come il Reddito di Cittadinanza. Lo scopo della misura è permettere ai lavoratori di colmare 5 anni di vuoti contributivi. Questo serve sia a calcolare gli importi che ad accedere alle pensione anticipate a titolo oneroso. È possibile, però, coprire la spesa grazie al datore di lavoro, come voluto dai fringe benefit.

Pensione in anticipo, dipende dal datore di lavoro
Adesso la pensione in anticipo dipende dal datore di lavoro – OpenStyle.it

La pace contributiva è stata riabilitata per il biennio 2024-2025. I periodi senza contributi saranno di nuovo riscattabili purché siano effettivamente vuoti. Se questi sono vuoti perché il datore di lavoro non ha versato i contributi la pace contributiva non è applicabile. Esiste anche la costituzione della rendita vitalizia per recuperare quello che il datore di lavoro non ha versato, mentre la pace contributiva è riservata ai contribuenti il cui primo accredito è arrivato a partire dal 1996.

Pensione in anticipo: cosa può fare il datore di lavoro

La pace contributiva è legata al riscatto contributivo, che è normalmente a carico del lavoratore. Questo si calcola basandosi sull’aliquota contributiva del Fondo di appartenenza sull’imponibile lordo dell’ultimo anno. Le aliquote cambiano in base al Fondo, con un minimo del 25% per i lavoratori autonomi. Per fare un esempio, su un imponibile di 40.000 euro nell’ultimo anno il dipendente dovrebbe versare 13.200 euro fino a un massimo di 5 anni, da versare in un’unica soluzione o dilazionato fino a 120 rate. È qui che subentra il datore di lavoro, che può decidere di farsi carico della spesa.

Ecco in che modo il datore di lavoro può aiutare ad andare in pensione in anticipo
Con questo fringe benefit il datore di lavoro può farti andare in pensione in anticipo – OpenStyle.it

Nella situazione, per esempio, di un’azienda che ha bisogno di ridurre il personale, questa può optare di farsi carico dei contributi della pace contributiva per i dipendenti più vicini alla pensione. In pratica, l’azienda pagherà l’importo dovuto dal lavoratore che potrà dedurre la spesa dal reddito. Anche qui il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o a rate. Che derivino dal lavoratore o dal datore di lavoro, questi contributi valgono per il diritto alla pensione.

L’azienda può anche scegliere di offrire la soluzione come bonus per il dipendente, in base ai cambiamenti recenti sui fringe benefit. Questi permettono al lavoratore di ottenere rimborsi per utenze domestiche, canoni di affitto e altre situazioni simili. Tra questi rientra, appunto, la pace contributiva, portando al pensionamento anticipato.

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